Apollinare Veronesi, un visionario con i piedi piantati per terra!

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La vita di Apollinare Veronesi ha attraversato il Novecento, lasciando un segno profondo nella società italiana, soprattutto nel fare impresa e nella comunicazione dei prodotti alimentari. Una delle caratteristiche di Apollinare, racconta chi lo ha conosciuto da vicino, era quella di lasciare foglietti volanti con proverbi e massime, per trasmettere i valori che ancora oggi guidano le persone del Gruppo. Un innovatore e un visionario, ma anche l’erede di una famiglia contadina che, attraverso il proprio sapere, lo ha guidato nella sua più geniale intuizione: la moderna zootecnia.

“L’esempio è la più bella forma di autorità.”
È proprio con l’esempio che Apollinare Veronesi getta le fondamenta di una delle realtà imprenditoriali più importanti d’Italia. Apollinare è un uomo saggio, molto umile, che capisce come le persone possano fare la differenza in un’azienda. “Vorrei che i miei dipendenti dicessero: sono orgoglioso di lavorare in Veronesi perché qui si lavora bene…” è una frase che ripete spesso. Un uomo ‘del fare’, che non ama perdere tempo in chiacchiere, anche se non smette mai di dare consigli preziosi a figli e nipoti: “considera il collaboratore, fino all’ultimo dipendente, come parte integrante della propria famiglia”.

“Far conti spesso, diminuir le voglie e spender meno di quanto si raccoglie.”
Negli anni ’30 a Lugo, nel veronese, la ditta Veronesi Marcellino & Figli era una macchina perfetta. Apollinare era pratico di numeri e la contabilità della ditta era cosa sua. Preciso e attento, segnava tutto sul libro mastro, senza perdere un colpo. Dopo il ‘45 inizia a viaggiare costantemente fra il mulino di famiglia e Genova, dove le navi statunitensi sbarcano il grano del Piano Marshall. La famiglia Veronesi, in questo periodo difficile, allarga il campo delle sue attività con un oleificio a spremitura idraulica. I macchinari vengono comprati per volontà di Apollinare, grande appassionato di tecnologia.

“Parla poco ed ascolta molto.”
In quegli anni Apollinare era rappresentante per Verona e provincia di una ditta produttrice di lievito di birra irradiato: un prodotto molto salutare per bovini e suini mediante la semplice aggiunta di vitamine. Lavorando strinse amicizie con allevatori della pianura e veterinari, riuscendo a costruire una rete di contatti in cui la condivisione di esperienze fu utile per ampliare il business. Così approfondì il suo sapere sull’alimentazione degli animali e sulle metodologie di allevamento, anche grazie a un fattore che per noi oggi sembra scontato: la dimestichezza nel viaggiare.

“Il rumore dei camion, il frastuono della fabbrica qui vicino, per me tutto questo è musica”
Nel 1956 Apollinare è in Olanda, per visitare un allevamento di polli, e si stupisce degli impianti modernissimi, condotti con tecnologie mai viste prima. Torna con una consapevolezza: è la carne a sfamare il mondo e occorrono allevamenti su grande scala. Il primo maggio del 1958, a 47 anni, carica la moglie e i cinque figli su una FIAT 600 e, pur con la nostalgia per la separazione dai luoghi dell’infanzia, si trasferisce a Quinto in Valpantena. Lì trasforma il primo mulino di famiglia in un mangimificio e costruisce una casetta bianca a due piani, dove vivrà anche dopo aver raggiunto il successo.

“Investire il massimo possibile in uomini e tecnologia e non smettere mai.”
Tutto ormai è pronto per il salto nel mondo dell’allevamento. All’epoca gli americani raccontavano dei loro allevamenti di polli all’avanguardia, e gli italiani li ascoltavano a bocca aperta. E così Veronesi torna a viaggiare, perché è questo è il suo metodo vincente; è curioso, chiede, annota e negli Stati Uniti impara il mestiere. Il suo marchio diventa presto un simbolo del comparto alimentare-zootecnico. Dagli alimenti per gli animali alla lavorazione e trasformazione delle carni il passo è ponderato, ci vogliono dieci anni: nel 1968 nasce AIA, altro marchio che diventerà famoso nell’agroalimentare europeo.

“La modestia e la riservatezza pagano sempre.”
Dal 1989 in poi, la lungimiranza di Apollinare porta a una serie di operazioni di compravendita azzeccate, con la costruzione nel 1992, in tempi record, dello stabilimento di Zevio. La famiglia lo accompagna nella gestione in tutti i rami dell’azienda, e via via si inseriscono figli e nipoti cresciuti alla scuola della sobrietà e della tradizione familiare. Ancora nuovi stabilimenti, la società diventa Gruppo e si affiancano nuovi importanti brand: Montorsi, Fini salumi, Negroni. Ma al cuore imprenditoriale del Gruppo, come sempre, ci sono lui e la sua famiglia. Così com’era all’inizio.